Ecate
ho la rogna. Sono Cadute delle scale sul soffitto ieri mentre lei mi sfregiava il mento col tuo razoio frenetico, sotto le gambe, fra le macerie del 3° Reattore. Così, davvero, oggi mi sento di dirtelo: NON SONO STANCO, proprio per niente. I bambini hanno applaudito il Claun, c'erano le vipere nei loro occhi, ma zitte zitte le ha fagocitate il vento, Ecate, è stata una cosa di un attimo, sei apparsa e come tuo solito è saltata la luce, è andata via la luce, è saltato il suono, è andato via il suono.
Mi manchi esacerbatemente, sdraiato e in piedi, seduto e mentre faccio la cacca.
Sua Salvezza
Imperattore Shaddam IV
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